Zio Pasa

27 marzo 2007

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nuoto, nel fondale d'un mare:
in verità, mi lascio trascinare
dalle correnti.
per qualche istante provo a dare
un colpo di pinna,
per imporre direzione al mio vagare,
per dimostrare
che vivo.
da tanti anni mi guida
solo una flebile luce lunare.

miei compagni sono
molecole d'acqua e ioni di sali:
sembrano infiniti, invece
sono sempre quelli, sempre uguali.
con loro provo a parlare.
li conosco bene, ormai,
uno ad uno.
tanti imbarazzanti silenzi accatastati
han costruito una consuetudine.

faccio loro tante domande,
prendo nota delle loro necessità:
qualche volta le soddisfo.
se il sale inizia a bruciare,
parto per acque più dolci,
anzi, faccio solo le valigie,
poi decido di restare.

attribuisco
grande importanza ai miei compagni.
sempre con timore reverenziale,
mi muovo piano,
cerco di non disturbare.

questa notte ho sognato
di fermarmi ad ascoltare
il silenzio di questo fondale.
un urlo lontano
sembrava un insulto.
nell'agitazione del sogno
ho sperimentato
il non capire, l'irrazionale.

ho trovato due legni incrociati:
spesso li guardo.
senza capire inizio a sperare,
torna forte
il desiderio di aspettare,
di vedere acqua nuova
sgorgare.
un giorno
ne ho assaggiato una goccia,
e ho imparato
la pazienza.

tra poco
smetterò di lacrimare,
inizierà un nuovo giorno,
un giorno per cercare.
troverò un altro pesce
nella solitudine del mio mare?

24 marzo 2007

Sorbole...

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...che noia!

18 marzo 2007

Gianni!! ...

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vi lancio volentieri queste chicche. per favore, non siate così superficiali da far scadere la vostra lettura in un punto di vista banalmente dicotomico (ottimista/pessimista), e non siate neanche così sciocchi da farvi venire in mente solamente battute stile unieuro (che il sottoscritto ha già voluto inserire nel titolo, così da renderle già in partenza cosa assolutamente non originale). quello che vi propongo è un'ironica, non scientifica, ma schietta e a tratti disarmante riflessione antropologica. perchè tante cose riportate sono sì immediatamente confutabili, mentre altre paiono essere la cruda verità, anche se detta in modo originale e aforistico.

tante situazioni si propongono davvero così negative ai nostri occhi? sono davvero la maggioranza? oppure tendiamo a ricordare (per un meccanismo di natura diabolico) solo quelle che confermano tali leggi, mentre le altre le dimentichiamo in fretta? e in questo caso non avremmo costruito la legge più pessimistica mai formulata sull'uomo (del tipo "l'uomo è un animale cui capitano eventi positivi e negativi, ma tende, per natura, a ricordare solo quelli negativi e a rimuovere quelli positivi")?

comunque vi invito a confrontarvi schiettamente con questo testo, specialmente sulle riflessioni di carattere antropologico e scientifico. per chi come me studia materie scientifiche (o ne ha un'idea), è facile avere i recettori culturali giusti per far scattare le dovute riflessioni.

una rilfessione di partenza è: senza un'idea di peccato originale che spieghi la natura di profonda imperfezione di cui è pregna la realtà, senza la fede e la speranza in un Dio che ci ha sì cacciati dal paradiso, ma ha con noi un disegno di nuova ed eterna salvezza, senza la carità che permette all'uomo di annichilire la sua parte intrinsecamente maligna, come si potrebbe pensare per l'uomo una vita diversa da uno stato di angoscia e disperazione perenne, quando la natura che ci circonda ha alcuni aspetti così terribili all'occhio umano, e comunque pare insanabile il conflitto tra le pulsioni interiori volte all'amore ed un pianeta terra su cui si svolge da secoli (tra tutte le specie esistenti) un'incredibile, affascinante, non risolvibile lotta per la vita?


Legge di Murphy
Se qualcosa può andar male, lo farà.

Corollari
1. Niente è facile come sembra.
2. Tutto richiede più tempo di quanto si pensi.
3. Se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo.
4. Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto.
5. Lasciate a se stesse, le cose tendono a andare di male in peggio.
6. Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos'altro non vada fatto prima.
7. Ogni soluzione genera nuovi problemi.
8. I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
9. Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.

La filosofia di Murphy
Sorridi. Domani sarà peggio.

Costante di Murphy
Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore.

Versione relativistica della legge di Murphy
Tutto va male nello stesso tempo.

Chiosa di O'Toole alla legge di Murphy
Murphy era un ottimista.

Settima variante di Zymurgy alla legge di Murphy
Quando piove, diluvia.

Postulato di Boling
Se sei di buon umore, non ti preoccupare. Ti passerà.

Legge di Iles
C'è sempre un modo migliore.

Corollari
1. Quando il modo migliore ci sta davanti agli occhi, specialmente per lunghi periodi, non lo vediamo.
2. Neanche Iles lo vede.

Seconda legge di Chisholm
Quando tutto va bene, qualcosa andrà male.

Corollari
1. Quando non può andar peggio di così, lo farà.
2. Se le cose sembrano andar meglio, c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto.

Terza legge di Chisholm
Le proposte sono sempre capite dagli altri in maniera diversa da come le concepisce chi le fa.

Corollari
1. Se si spiegano le cose in maniera tale che nessuno possa non capire, qualcuno non capirà.
2. Se si fa qualcosa con l'assoluta certezza dell'approvazione di tutti, a qualcuno non piacerà.
3. Se si vuol mettere qualcuno di fronte al fatto compiuto, il fatto non si verificherà.

Prima legge di Scott
Qualsiasi cosa vada male, avrà probabilmente l'aria di andare benissimo.

Seconda legge di Scott
Quando si trova e si corregge un errore, si vedrà che andava meglio prima.

Corollario
Quando si capisce che la correzione era sbagliata, sarà troppo tardi per tornare indietro.

Prima legge di Finagle
Se un esperimento funziona, qualcosa è andato male.

Seconda legge di Finagle
Qualunque sia il risultato di un esperimento, ci sarà sempre qualcuno pronto a:
a) fraintenderlo
b) falsificarlo
c) credere che si sia prodotto in virtù della sua teoria preferita.

Terza legge di Finagle
In un qualsiasi insieme di dati, la cifra così evidentemente corretta da non richiedere un controllo è l'errore.

Corollari
1. Nessuno a cui chiedere aiuto la vedrà.
2. Chiunque passi di lì per darvi un consiglio gratuito la vedrà immediatamente.

Quarta legge di Finagle
Una volta che si è pasticciato qualcosa, qualsiasi intervento teso a migliorare la situazione non farà altro che peggiorarla.

Norme di Finagle
1. Prima tracciate le curve che vi servono, poi trovate i punti che corrispondono.
2. Ogni esperimento deve essere riproducibile, e fallire sempre allo stesso modo.
3. Non credete ai miracoli: contateci ciecamente.

Assioma di Wingo
Tutte le leggi di Finagle possono essere trascurate da chi ha imparato la semplice arte di fare senza pensare.

Legge di Gumperson
La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità.

Leggi di Issawi sul progresso
Il corso del progresso: La maggior parte delle cose va costantemente peggio.
Il sentiero del progresso: Una scorciatoia è la via più lunga tra due punti.
Il passo del progresso: La società è un mulo, non un'automobile... Se la si spinge troppo, scalcia e disarciona chi la cavalca.

Prima legge di Sodd
Quando qualcuno cerca di raggiungere un obiettivo, sarà sempre ostacolato dall'involontario intervento di qualche altra presenza (animata o inanimata). Tuttavia, ci sono obiettivi che vengono raggiunti, in quanto la presenza che interviene cerca a sua volta di raggiungere un obiettivo ed è naturalmente soggetta a interferenze.

Seconda legge di Sodd
Prima o poi, la peggiore combinazione possibile di circostanze è destinata a prodursi.

Corollario
Un sistema deve essere sempre concepito in modo da resistere alla peggiore combinazione possibile di circostanze.

Legge di Simon
Qualsiasi aggregato prima o poi cade a pezzi.

Legge di Rudin
In casi di crisi che obbligano la gente a scegliere tra varie linee di condotta, la maggioranza sceglierà la peggiore possibile.

Teorema di Ginsberg
1. Non puoi vincere.
2. Non puoi pareggiare.
3. Non puoi nemmeno abbandonare.

Chiosa di Freeman al teorema di Ginsberg
Tutte le più importanti filosofie che cercano di dare un significato alla vita sono basate sulla negazione di una parte del teorema di Ginsberg.
Per esempio:
1. Il capitalismo è basato sul presupposto che si possa vincere.
2. Il socialismo è basato sul presupposto che si possa pareggiare.
3. Il misticismo è basato sul presupposto che si possa abbandonare.

Osservazione di Ehrman
1. Le cose andranno peggio prima di andar meglio.
2. Chi ha detto che le cose andranno meglio?

Seconda legge di Everitt sulla termodinamica
La confusione nella società è sempre in aumento. Solo l'enorme sforzo di qualcuno o di qualcosa può limitare tale confusione in un'area circoscritta. Tuttavia, questo sforzo porterà a un aumento della confusione totale della società.

Legge di Murphy sulla termodinamica
Sotto pressione, le cose peggiorano.

Legge di Pudder
Chi ben comincia, finisce male. Chi comincia male, finisce peggio.

Teorema di Stockmayer
Se sembra facile, è dura. Se sembra difficile, è fottutamente impossibile.

Prima legge di Zymurgy sulla dinamica dei sistemi in evoluzione
Una volta aperta una scatola di vermi, l'unico modo di rimetterli in scatola è usarne una più grande.

Seconda legge di Commoner sull'ecologia
Niente va mai via.

Legge di Howe
Ognuno di noi ha un piano che non funzionerà.

Legge di Guizot
Si cade sempre dalla parte da cui si pende.

Legge di Sturgeon
Lo sporco costituisce il 90 per cento di tutto.

Assioma di Bramati
Tutto suda.

Legge dell'ineffabile
Non appena si nomina qualcosa: se è buono, sparisce, se è cattivo, succede.

Legge univoca delle premesse
Premesse negative portano a risultati negativi. Premesse positive portano a risultati negativi.

11 marzo 2007

sostiene zio pasa

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beh pensandoci bene è un buon momento.

toro a +6 sul "B"urrone, ju*emerda in B (1-3 col brescia, 3 giornate di squalifica al francese schifoso, zio pasa ulula alla luna godendo come un torello), vita privata 8/9, i ristoranti della langa sono ottimi, il dolcetto un dono divino, le feste sono diventate più faticose, ma sempre abbastanza divertenti, c'è SEMPRE qualcosa da imparare da qualcuno (e questa è una GRANDISSIMA "notizia", tra virgolette perchè ormai non è più una novità), sgorma parte, non riesco più a stare seduto, mi viene male alle chiappe, che è una cosa positiva, perchè forse è la volta buona che mi alzo un po'.

avrei solo voglia (tanta voglia) di 5-6 giorni di viaggio (viaggio, non vacanza), anche faticosi, scomodi, meglio se mal organizzati, ma un po' di avventura, e tantissimi posti nuovi. la vita, si vede, mi aveva abituato troppo bene. comunque so per certo che dietro l'angolo ci sono tante sorprese, e tutte le più belle avventure le ho tirate fuori dal cilindro a una settimana dalla partenza.

a volte (ma solo per scherzare, quando ragiono superficialmente) mi piace credere per un po' alla teoria delle "anime predominanti" (non sono sicuro si chiamasse così, ma comunque il nome rende bene il concetto), enunciata da un bislacco medico al protagonista del film "sostiene pereira". ebbene, schematizzando molto potrei dire che, nella calotta cranica dello zio pasa, per un "ernest hemingway" che si lamenta a causa di "astinenza da mondo" c'è uno "zeno cosini" in piena attività; infatti in questa settimana si deciderà una fetta piccolina della mia vita futura, e una fetta enorme del mio prossimo anno di vita (sempre che mi sia concesso). e le mie unghie ne risentono molto......

02 marzo 2007

La vera storia di RERRERO (parte seconda)

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Per RERRERO iniziò il periodo delle scuole medie. La classe era affollatissima, 16 maschi, 13 femmine, 1 intellettuale in erba. I professori: severissimi; ma non di quella severità tesa al miglioramento dell'apprendimento, piuttosto di una fissazione quasi morbosa per l'ordine e la disciplina. Insomma, in classe non si imparava nulla, in compenso non volava una mosca. La più severa del corpo docente era di certo la professoressa di lettere, la signora Sgormoni; restò nella storia dell'istituto quell'episodio (che gli studenti continuarono a tramandarsi di leva in leva) in cui un suo studente svogliato e ribelle scrisse a caratteri cubitali, su uno degli stipiti del cancello di ingresso della scuola, la frase "Sgormoni ci ai rotto i maroni". La realtà fu che il discolo venne scoperto e sospeso dalle lezioni per una settimana. La leggenda aggiunge che il malcapitato dovette scrivere, come compito di italiano, 180 volte su un foglio protocollo la stessa frase, ma epurata dal grave errore grammaticale. "Sgormoni ci hai rotto i maroni", insomma. Un'ulteriore leggenda insinua che lo studente in questione scrisse la frase una sola volta, con 179 virgolette, provocando ulteriori travasi di bile all'irascibile quanto ordinata professoressa. Tutto questo sembrerebbe essere poco rilevante per il lettore che attende con ansia l'evolversi dell'esistenza del nostro protagonista. Invece no. Perchè RERRERO, che per l'intera durata della scuola dell'obbligo non capì mai il motivo per cui ogni mattina dovesse alzarsi di buon ora per recarsi in un luogo in cui non si imparava nulla ma costringeva i ragazzi a oltre 5 ore di mutismo/immobilismo, di questa arcigna professoressa si innamorò perdutamente. E fu il primo grande amore non corrisposto della sua vita, il primo di una lunga serie. In ella il nostro trovava ciò che aveva sempre cercato nei suoi radi contatti umani al di fuori delle relazioni familiari: la cura di ogni minimo dettaglio del proprio aspetto, sguardo fiero ma mai supponente, razionale nell'esprimersi, costruzione della frase impeccabile, un grande senso di pertinenza ad ogni suo intervento, su qualsiasi argomento. Perchè la temibile Sgormoni era così. Vestiti sobri, eleganti, ma mai appariscenti. Una donna tutta d'un pezzo. Carattere di ferro. Incuteva una grandissima soggezione, persino ai colleghi. E RERRERO l'amava, perdutamente, segretamente. Ciò che fu davvero traumatico per questo ragazzo fu il rapporto che da subito si instaurò con l'oggetto del suo amore, ma anche con la restante parte del corpo docente. I problemi di asocialità che avevano caratterizzato la sua primissima infanzia vennero tremendamente acuiti dall'ambiente che vigeva in quella scuola. Livello culturale infimo, tanto da non riuscire neanche a sfiorare i pruriti intellettuali del nostro eroe. RERRERO non studiava, non ascoltava, non seguiva, non rispondeva: vegetava seduto sul suo banco, terrorizzato come i compagni dalla severità con cui veniva mantenuta la disciplina da parte dei professori, aspettando il termine delle "lezioni", ammirando, nelle ore di lettere, l'austera fierezza della signora Sgormoni; la quale, ovviamente, lo prese come proprio capro espiatorio, e spesso lo chiamava in causa nei suoi lunghi e tremendi rimbrotti alla classe. Lui la guardava fisso negli occhi, diventava pallido, assumeva uno sguardo perso e terrorizzato, e non spiccicava una parola neanche se sollecitato. Così trascorsero i tremendi anni delle scuole medie, che lasciarono RERRERO in uno stato di grande angoscia inespressa; in casa e nel tempo libero continuavano le sue lunghe ed appassionate letture; quando entrava a scuola si immergeva in un mondo di disperazione, in cui perdeva il controllo di sè e delle proprie facoltà cognitive, e tutto appariva come assurdo, i volti dei compagni delle orrende maschere di carnevale che gli giravano attorno, le urla dei professori dei terribili ululati che gli squarciavano i timpani. Il ricordo più brutto (a parte il rapporto con la Sgormoni) fu durante una lezione di ginnastica: il professore concedette ai ragazzi l'utilizzo del campetto da calcetto della palestra e disse loro di formare due squadre. Le ragazze sarebbero state ferme a bordo campo a fare il tifo. Nell'atmosfera di eccitazione generale (che RERRERO faticava a comprendere, e, anzi, gli provocava una vaga sensazione di disagio) i due capitani fecero pari-o-dispari per decidere chi avrebbe scelto per primo i propri compagni di squadra. RERRERO venne scelto per ultimo, con le ragazze che dalle panche gridavano a gran voce "SCARSO! SCARSO! SCARSO!". RERRERO non capì bene il perchè, ma ne fu molto ferito.