Zio Pasa

27 settembre 2006

La filastrocca del pollo fritto

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Il pollo è assai bello,
odora di cammello
ma senza caramello.

Il pollo è un dio,
fa, a volte, pio pio
ma è un regalo mio.

Il pollo viene da Chivasso,
di cognome fa Pautasso,
è discreto e mai gradasso.

Il pollo osserva tutto,
giudica il bello e il brutto,
l'innocente e il farabutto:
se del male compierai
dal pollo guardati (ahi!)
perchè s'infurierà assai.

Il pollo scrive canzoni,
come john lennon non crede alle religioni,
è più bravo di baglioni.

Il pollo è rosso e giallo
ha un solo nemico: il gallo!
E' diplomato in danza e ballo.

Il pollo si muove sinuoso,
del pollaio è il principe virtuoso,
a volte è un po' troppo puntiglioso.

Il pollo ama i bambini,
le crocchette e i crosticini,
è intelligente: odia i cretini.

Il pollo ha un amore inconfessato,
ama una gallina del vicinato
ma con lei è un disastro: troppo impacciato!
Quando la vede sente un brivido,
diventa stupido e rigido,
il pollo, infatti, è un timido.

Ogni filastrocca ha una morale,
questa non so se l'ha, però finisce male.

Che vi aspettavate, amici miei cari,
la fine del pennuto è pur sempre quella:
tra cipolle e gusti vari,
dritto a friggere in padella.

Ed io mi chiedo:

ma qual persona di coraggio
può ammazzare impunemente
un animale superiore di lignaggio,
di stirpe, di fisico e di mente?

La risposta assai mi turba:
una persona scema, però più furba.