Zio Pasa

30 luglio 2008

le cose che mi perplimono

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voglio iniziare una nuova rubrica, che porterò saltuariamente avanti a seconda degli avvenimenti futuri che la vita mi riserverà.

questa rubrica si chiama, appunto, "le cose che mi perplimono". come si può facilmente dedurre dal mio avatar nel profilo di blogspot e da un particolare post tra quelli che precedono, l'aggettivo più efficace per descrivere il mio carattere (ma anche il mio stato d'animo abituale) è "perplesso". il che non significa "irritato" o "arrabbiato". non significa che giudico gli altri. significa piuttosto che rimango spesso e volentieri sbigottito o, per meglio dire, "perplesso" per comportamenti che non capisco e che quindi io personalmente non avrei mai.

iniziamo, dunque.


le cose che mi perplimono (sessione 1):
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1) Chi chiama un'altra persona al telefono e, senza salutare, viene subito al punto della telefonata, come se fossero insieme già da diversi minuti (mentre magari non si parlano da giorni).

2) Chi chiama al telefono un'altra persona e inizia a parlare senza salutare, ma, in seguito ad ampi saluti e convenevoli da parte dell'interlocutore, li ignora del tutto parlandogli quasi sopra, e passando direttamente al punto della telefonata.

3) Chi non fa nulla per migliorare se stesso: dal momento che Dio lo ama così per come è, e lui stesso si accetta, non c'è alcuna necessità di sforzarsi per migliorarsi.

4) Chi non ha mai voglia di fare discorsi profondi.

5) Chi "sa tutto di te", ma non ti chiede mai nulla, né si fa raccontare nulla.

6) Chi non sa nulla di te e non gliene importa un fico secco di sapere qualcosa.

7) Chi non si perplime osservando il mondo, o, per lo meno, non trova tutto molto curioso.

8) L'incredibile e pazzoide mondo del lavoro.


13 luglio 2008

GMG 2008

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domattina presto, partenza!!!

11 luglio 2008

alla fine

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alla fine la follia della fede è l'unica arma di fronte a decine di ragionamenti inappuntabili e privi di errori formali che sfociano inesorabilmente nel disprezzo profondo della propria esistenza o di quella altrui.

comunque, siamo proprio dei pazzi.

03 luglio 2008

notturni & concerti

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la vita offre parecchi momenti di solitudine (che non vuol dire eremitaggio o essere fisicamente lontano dagli altri, ma solitudine esistenziale), e questo lo so da quando ero ragazzino.

spesso poi, durante una giornata di routine, ci sono dei momenti di solitudine anche fisica, ad esempio gli interminabili viaggi in macchina casa-lavoro e lavoro-casa.

ora, la solitudine esistenziale è tipica dell'essere umano, che con i suoi doni e difetti sempre differenti e particolari difficilmente riesce a trovare qualcuno che lo comprenda fino in fondo, e probabilmente assolve all'arduo compito di spingere l'uomo ad accostarsi al Dio vero, che, in quanto creatore, è l'unico in grado di comprendere davvero la sua natura.

la solitudine fisica, invece, offre diversi palliativi per alleviarne il peso: uno di questi è senza dubbio la musica classica.

strumento perfetto per sentire viva la compagnia di se stessi, essa è in grado di spingere il corpo ad assumere una dimensione pienamente umana, in cui le emozioni, i pensieri, la rilassatezza o tensione dei muscoli si allineano al discorso musicale e sono in qualche modo "vincolati" al sentiero tracciato dal compositore. l'ascoltatore non può che rimanere passivo davanti a questa guida, e, lasciandosi vivere, diventa spettatore di se stesso, e dunque fisicamente in compagnia.

c'è poi un aspetto spirituale che non si può trascurare: la musica classica è in grado di ispirare allo spirito meditazioni che si svincolano dagli aspetti corporei e sentimentali, che portano a Dio e all'aldilà, che superano la natura fisica e scientifica.

la musica classica è un grande dono, e non mi vergogno nel dire che, in tante mattine grigie e solitarie, in tanti interminabili e trafficatissimi spostamenti cittadini, grazie ai notturni di chopin o ai concerti per piano mozartiani, la mia vita acquista un significato e una piacevolezza che altrimenti stenterebbe a conoscere.